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I dati riferiti al settore immobiliare, sembrano indicare una ripresa; d’altronde nel momento di massima crisi, le compravendite immobiliari si erano più che dimezzate, da 900.000 compravendite annue a 400.000 transazioni annue. Ora pare che il mercato immobiliare abbia preso slancio e vigore, operazione che era da tempo nell’aria e che pare abbia ritrovato lo slancio di un tempo.


Il fatto però che le banche abbiano ripreso ad operare ed a cercare di fare più mutui, va visto sotto un altro aspetto e ha origini più complesse che tentiamo di semplificare.
La Bce acquista titoli di stato, ne riduce ai minimi termini il rendimento e rende in questo modo meno profittevole per le banche impiegare la liquidità nel trading dei titoli.
In più la stessa banca, ha portato a – 0,2% il tasso sui depositi rendendo oltre modo sconveniente per gli istituti parcheggiare la liquidità in eccesso.  Questo meccanismo spiega il fatto perché molte banche sono tornate a spingere sui mutui che di fatto sono tornati nuovamente convenienti per le banche che li erogano.
Oggi ad esempio si può stipulare un tasso fisso sulle lunghe scadenze anche sotto il 3% ed un tasso variabile sotto l’1,5%, il che rende l’operazione molto interessante.
Ricordiamoci infine che fra qualche anno la Bce tornerà sicuramente ad aumentare i tassi di interesse ai livelli precedenti. Da considerare che attualmente il tasso fisso ha sorpassato nell’erogazione il tasso variabile. Bisogna comunque prestare molta attenzione quando si accende un mutuo ai costi espliciti e impliciti e non farsi prendere dalla facile compulsione del momento e firmare così un contratto che prevede costi eccessivi. Occhio in particolare alle polizze Cpi (Credit Protection Insurance) che proteggono in caso di perdita di posto di lavoro, decesso ecc. cc. Normalmente una polizza di questo tipo potrebbe costare tra il 2 e 3 % dell’importo erogato, ma spesso le banche che erogano il mutuo propongono questi contratti su livelli che toccano l’8 – 10 % dell’importo erogato, aggiungendo il costo all’importo totale del mutuo, facendo così aumentare il montante da pagare. Occhio anche alle spese di incasso, rata che alcuni istituti propongono fino a 3€, che paradossalmente e solo in Italia il mutuatario paga per pagare le rate.
Infine particolare attenzione ai costi di perizia ed istruttoria eccessivi.
Si consiglia di chiedere alla banca un preventivo con il TAEG (tasso annuo effettivo globale) in versione doppia, sia con la polizza Cpi che senza, visto che quasi sempre questo è il costo più corposo per il mutuatario. E’ l’unico modo per scegliere con accuratezza senza cadere nelle promozioni spread che le banche usano per accalappiare i clienti.

Per leggere tutto l’ articolo visitare il sito www.aziendaefamigliatutelata.it
sotto la rubrica “L’esperto risponde ”

15-09-2016
LA REDAZIONE DI AVED
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